28 giugno 2006

Pessotto, poi il botto

Intorno all'una e mezza di notte c'è sempre un cane che abbaia per alcuni minuti. A chi? A cosa? A chi cazzu? Porca puttana vorrei urlare dopo essere sceso in cortile, ma qualcuno potrebbe prendermi per pazzo e chiamare i carabinieri.
Ieri sera poi, sono andato a letto con ET al mio fianco e oggi mi sono svegliato con un puffo, credo "ScassaMinchiolo." Stranamente quella che si rifiuta di venire a trovarmi è Biancaneve, con quell'aria da vergine consumata, falsamente ingenua e casta; certo o è vergine o è consumata ma con tutti quei nanetti intorno mi appare improbabile conservi ancora la sua originarietà sessuale; inoltre come può non essere mai stata incuriosita dallo scoprire quanto è vera la legge della L, che esiste anche nelle favole come ben sapete. Dopotutto sette nani sono un buon campione statistico per farsene un'idea e certamente tra i campioni molto più attendibile di quelli che userebbe eventualmente la Nexus.

P.s. Pessotto, con tutta la mia anima spero tu possa prenderne atto: “Evidentemente non è ancora arrivato il momento in cui morire.”

24 giugno 2006

Il bello della diretta: Neverending Whisper

Posto qualche altra cover che abbiamo registrato in diretta in sala prove:

Intro(Neverending Whisper Jingle) & Paranoid
http://files.filefront.com/Intro__Paranoidmp3/;5183965;;/fileinfo.html

Fade to black
http://files.filefront.com/04_Fade_to_blackmp3/;5184017;;/fileinfo.html

Breaking the law
http://files.filefront.com/01_Breakin_the_lawmp3/;5183977;;/fileinfo.html

23 giugno 2006

I racconti della notte: Introduzione di "Fracassar d'ossa"

Diverse leggende metropolitane tramandano che durante la notte dalle zone golenali del Po', nelle fasce di territorio della pianura padana più basse rispetto al livello del mare, escono allo scoperto strane creature che poi si muovono attraverso i campi, per molti chilometri e sporadicamente avvicinandosi anche alle abitazioni e ai centri abitati. C'è chi ne parla descrivendoli come simpatici e piccoli hobbit che vivono dentro tronchi di alberi o in buche sotterranee, chi invece come bestie mostruose dall'aspetto orripilante, nonostante non si riesca quasi mai a capire se chi ne parla le abbia veramente viste con i suoi occhi o riferisca, come invece spesso accade, di fatti avvenuti ad amici, parenti, conoscenti ecc.. Certo, forse sono le solite leggende, le solite favolette che passano di bocca in bocca, magari raccontate ad un tavolo intorno al quale la sera si riuniscono un gruppetto di amici che non sanno più di cosa parlare una volta esauriti gli argomenti calcio e donne.
Del resto come tutti sanno l'immaginazione di qualche uomo e la diffusione popolare hanno sempre generato casi di questo genere, ma in molti, intimamente, si chiedono se siano tutte storie frutto di qualche fervente operazione di fantasia o se anche solo un piccolo fondo di verità possa esistere o dimostrarsi.
La serie di racconti più corposa riguardante alcune ipotetiche presenze fosche si è edificata intorno alle esperienze di pescatori, o di giovani coppie in cerca di luoghi appartati dove poter consumare il loro amore. Solitamente si parla di apparizioni ma molti hanno ricondotto anche casi di cronaca nera irrisolta, di rapimenti, di omicidi terribili proprio a questi esseri sconosciuti. Uno dei primi casi fu quello della sparizione di tre donne, in un paese del reggiano, tra il 1939 e il 1940, all'inizio della seconda guerra mondiale; gli ottimisti dicevano che erano solo andate a cercare un lavoro altrove, altri pensavano che fossero fuggite perché ebree, ma alla maggioranza delle persone poco importava di qualche uomo o donna scomparsi visto le tragedie della guerra con cui avevano a che fare quotidianamente. In pochi però sospettarono anche che le creature, di cui le gesta già dalla metà del settecento iniziarono a diffondersi anche in quella zona, avessero preso quelle donne per rimpinzarsi lo stomaco di carne umana. Il questore di Reggio Emilia, dopo la denuncia della cognata di una vittima, riuscì a risalire grazie ai numerosi indizi all'omicida, Leonarda Cianciulli e il mistero fu presto svelato. Chi aveva voglia di entrare in contatto con esperienze terrificanti dovette accontentarsi, si fa per dire, di eventi frutto della follia umana. Così scriveva infatti la Cianciulli di una sua vittima:
“Finì nel pentolone, come le altre due (…); la sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce.”

21 giugno 2006

Referendum costituzionale

Bisogna andare a votare, siete contenti? Ma sì dai, vi mancavano i seggi elettorali anche se non lo volete ammettere. Questa volta come dovreste sapere si vota per confermare o annullare la riforma costituzionale approvata dalla precedente maggioranza di centro-destra.
È certamente un passo importante per la nostra Repubblica, ma credo che riforme che riguardano l'assetto strutturale dello stato e delle sue istituzioni non possano essere approvate in un clima di scontro a compartimenti stagni, bisogna che i consensi possano giungere da entrambi gli schieramenti e attenzione non per forza con consenso unanime, quasi impossibile in democrazia.
La giudico negativamente anche perché approvata principalmente per esaudire i sogni autonomisti della Lega Nord che è riuscita ad imbarcare i voti persino del suo opposto, Alleanza Nazionale, la quale, ascoltando i pochi dibattiti tenuti sull'argomento, non dimentica mai di sottolineare come, ancora prima che la legge entri in vigore, ci siano alcune cose da perfezionare, a dimostrazione del fatto che probabilmente non ne sono convinti fino in fondo altrimenti la difenderebbero a spada tratta. Il discorso “intanto approviamo questa riforma che poi vediamo che correzioni si possono fare” non credo si debba applicare alle riforme costituzionali che riguardano l'intero stato e il suo popolo. Inoltre non si può pensare che i cittadini possano comprendere quali siano i possibili e probabili effetti, non si può credere che un cittadino scelga con cognizione di causa, certo se magari si facessero parlare i costituzionalisti invece dei politici magari qualche idea in più si potrebbe formare nella gente, non vi pare che questi costituzionalisti siano un'entità?
Io credo che voterò no, cioè per non confermare la riforma auspicando ad una nuova proposta che raccolga un accordo tra maggioranza e opposizione, è vero che ogni volta che si è tentato il tavolo è sempre saltato, del resto già la riforma del titolo V del 2001 è stata fatta a maggioranza dal centro sinistra, anche in quell'occasione sbagliando, ma purtroppo questo è il sistema politico italiano, sempre diviso e con l'alibi della divisione che sfocia sempre nel fenomeno della de-responsabilizzazione dei vari politici che all'interesse generale antepongono interessi particolari di partito.

19 giugno 2006

Tantra napoletano

Mi hanno inviato una di quelle presentazioni ispirate al tantra nepalese che spiegano e ricordano quali sono i valori e i comportamenti che bisogna perseguire nella vita. So che anche a voi ve ne sarà arrivata almeno una di queste email dagli alti profili morali. Ho deciso di modificare il tutto ed ispirarmi al tantra napoletano, è solo una parte perché sarebbe molto lungo postarlo tutto, successivamente metterò le parti mancanti.

Dedica due minuti a questa lettura, altrimenti, come si sa, morirai prima del previsto.
Prima di leggerla, sappi che non è una cretinata e che soltanto gli stronzi come te potrebbero non apprezzarla e adesso se hai finito di rompere i coglioni, leggi...stronzo!

STORIELLA NAPOLETANA
Il mio amico aprì l'armadio del comodino di sua moglie, questo era quello che credeva lui, quella sera aveva bevuto molto, si era anche impasticcato, non c'era da stupirsi su ciò che riusciva a vedere. Dentro l'armadio del comodino della moglie trovò un pacchetto.
“Questo non è un semplice pacchetto,” pensò “questo è un set sadomaso.” Gettò la carta che ancora lo avvolgeva e osservò le manette nuove e scintillanti.
“Lo comprò la prima volta che andammo in galera per spaccio, da uno di quei venditori ambulanti che poi sono altri detenuti che passano il tempo a procurare le cose in cambio di favori quando si è in prigione.” Lo conservava per un occasione speciale, a quanto pare. “Bene, è giunta l'occasione giusta.” Si avvicinò al letto, cadde, era ancora piuttosto fuori di sé, aveva proprio esagerato quella sera tra alcol e droghe. Collocò poi il set vicino alle altre cose che avrebbe portato il giorno successivo a Gardaland, dove doveva essere sepolta la moglie. Era appena morta, fresca fresca, troppo fresca. Girandosi verso di me, il mio amico mi disse: “Non conservare nulla per un occasione speciale, che poi te la dimentichi. Ogni giorno è un'occasione speciale.”
Queste parole mi hanno cambiato la vita.

Adesso leggo di più e pulisco di meno, la mia casa è un porcile ma io mi siedo sul mio terrazzo abusivo che dà direttamente nel soggiorno del mio vicino e ammiro il paesaggio, non faccio caso al muschio e alle piante rampicanti che sono cresciute sulle pareti interne della mia casa.
Passo più tempo con il pappagallo e Braccobaldo, il mio bassotto rubato a un canile, lavoro di meno, mi hanno licenziato. Ho capito che la vita deve essere un insieme di esperienze da godere, non per sopravvivere. Ormai non conservo nulla, uso quotidianamente i miei bicchieri di cristallo e quotidianamente se ne rompe uno, tra qualche giorno dovrò fare la conchetta con le mani. Metto l'abito nuovo per andare al supermercato, è l'inaugurazione del centro commerciale. Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, anzi l'ho già finito, puzzo. Le frasi un giorno o uno di questi giorni stanno scomparendo dal mio vocabolario, non sono mai stato ferroso in italiano.
Non sono sicuro di cosa avrebbe fatto la moglie del mio amico, purtroppo con lei si faceva solo all'amore e non si parlava granché, chissà come si sarebbe comportata se avesse saputo che di lì a poco tempo sarebbe stata investita da un'ape che ad alta velocità, invece di pungerla, le era passata da parte a parte, entrando dalla schiena e uscendo dalla parte inferiore del polmone sinistro per poi svolazzare via più viva ed eccitata che mai, con un paio di bronchioli rimasti attaccati alle sue piccole ali. Credo che avrebbe chiamato, appena ricaricato il cellulare, il pappagallo e il bassotto Braccobaldo, magari avrebbe chiamato anche la nuora...

Prossimamente le altre parti di questo profondo e sublime tantra napoletano.

13 giugno 2006

Calcio o vitamina C?

L'Italia trionfa con il Ghana mentre le inchieste nel calcio italiano proseguono senza sosta, del resto le varie sanzioni e provvedimenti vanno decisi per forza di cose in breve tempo.
Nel frattempo mentre gran parte dell'Italia si aggira intorno al mondo del pallone il mondo economico, politico e del lavoro sta cercando di concordare aspetti ben più importanti della vita del nostro paese, il nostro futuro, le nostre prospettive di sviluppo, i nostri orientamenti economici; se ne parla pochissimo, anche del referendum, le elezioni di domenica sono passate in secondo piano, ed infatti l'affluenza è stata ancora una volta in calo rispetto alle nazionali. Probabilmente è anche vero che agli italiani sarebbe venuta la nausea a sentir parlare per quattro-cinque mesi dietro fila di elezioni, di preferenze, di chi votare, quindi sono stati benvenuti i mondiali, Buffon e la Seredova; anche se il fatto che solo su Sky si vedano tutte le partite credo stia penalizzando un po' l'atmosfera mondiale quotidiana che si respirava in passato, con la possibilità di vedere tre partite al giorno senza dover abbonarsi o andare in qualche bar, pub ecc. Io ho visto solo l'Italia per adesso. Come cantava Gaber il grido Italia Italia c'è solo alle partite, quindi godiamoci questi piccoli momenti di unione nazionale.

11 giugno 2006

Money Power

La linea di confine, la linea mortale, la linea dell'orizzonte, la linea iperbolica dell'esistenza, la linea bianca su sfondo bianco dell'assenza, il coma estatico, il parto comatoso, l'arte del ritorno alla purezza, penso che la caduta sia ripartita, blackout, poco dopo la risalita della decadenza splendida ai cancelli della ragione. I miei occhi stamattina solo molto pesanti, ho pranzato e penso che tornerò a letto, ieri sera abbiamo suonato e ci siamo fatti il mazzo per portare tutta la strumentazione, soprattutto io che ho dovuto trasportare tre volte tutto l'impianto voce noleggiato per poi stamattina portarlo indietro, che sbattimento! Comunque c'era tanta bella gente, soprattutto qualche donzella, dopo alcune contrattazioni si è deciso di risuonarci il 14 Luglio.
Hey Miss Mediocrity I'm Mister Money, Armani, Mercedes, Ferrari, niente di economico mi circonda, tutt'al più qualche emozione, l'ingenuità e la genuinità, a tutti i miei amici ho offerto qualcosa, venite a me come non sono, il gioco delle tre carte senza una carta; se mi guardi negli occhi puoi scorgere il mio passato di successi, di vittorie, di conquiste, di sexy cars, sono la stella immortale e più materiale che esista, rido come uno stupido alle parole Ti amo, sono confortato dal fatto di potermi appisolare su questo divano di pelle, senti il mio tocco, il tocco dei soldi profumati, non ci sono scuse per nessuno, tanto più per voi che fingete di vivere nella felicità quando invece sapete di esservi solo accontentati, adattati alla situazione che viveva al di fuori di voi. Io vado a puttane, compro ciò che voglio.

09 giugno 2006

La personalità creativa

Ho trovato questo pezzo interessante del quale ho selezionato e riportato alcune parti (la fonte si trova sul sito dell'Università Cattolica del Sacro Cuore). E' molto interessante e si lascia leggere facilmente.
Viene presentata qui di seguito la definizione della personalità creativa secondo lo studioso Mihaly Csikszentmihalyi, nel suo testo Creativity. The flow and the psychology of discovery and invention.
Csikszentmihalyi sostiene che: se dovessi descrivere in una parola quello che rende la loro personalità diversa da quella degli altri individui, sarebbe complessità . Con questo intendo [dire] che mostrano tendenze di pensiero e azione che nella maggior parte delle persone sono separate. Includono estremi contradditori – invece di essere un “individuo” ognuno di loro è una “moltitudine”. Come il colore bianco contiene tutte i colori dello spettro, loro tendono a raccogliere l’intera gamma delle possibilità umane al loro interno (p. 57).
Queste caratteristiche sono presenti in ognuno di noi, ma siamo cresciuti ed educati manifestando un polo solo dell’estremo. Saremo, cioè, tendenzialmente o aggressivi o miti, o estroversi o introversi. Al contrario, un individuo creativo esprimerà sia estroversione che introversione, contemporaneamente o in tempi diversi, cioè prima un polo e poi l’altro. Avere quindi una personalità complessa significa essere in grado di esprimere l’intera gamma di tratti, anche gli opposti; le persone comuni, invece, ritenendo un polo “buono” e l’altro “cattivo” ne scelgono uno che meglio li rappresenti. Csikszentmihalyi sottolinea come la compresenza di tratti opposti non significa che la persone creativa li manifesta scegliendo la via di mezzo, cioè un compromesso tra i due estremi. Piuttosto, la persona creativa si dimostra capace di muoversi da un estremo all’altro a seconda delle esigenze della situazione in cui si trova coinvolta. Gli estremi sono vissuti entrambi con grande intensità e senza conflitto interiore.
Per esemplificare questa analisi, Csikszentmihalyi presenta una sintesi di dieci tratti opposti che ha rilevato dai suoi studi sulle persone creative. In particolare la sua presentazione deriva da un’analisi di novantuno interviste in profondità condotte tra il 1990 e il 1995. Di seguito viene riportato l’elenco dei tratti opposti secondo l’autore.
1. energia/riposo
Le persone creative possiedono una grande quantità di energia fisica, che si dimostra nelle lunghe ore lavorative, nello sforzo continuo e nella grande concentrazione, spesso non accompagnati da fatica fisica. Sembra quasi una predisposizione naturale alla sopportazione del lavoro duro. Questo non significa che le persone creative siano sempre attive o siano addirittura iperattive, in quanto hanno bisogno anche di lunghi momenti di quiete e calma, dormendo e riposando molto. L’uso del riposo è particolare in queste persone, in quanto la chiave di volta sembra essere nel grado di controllo che esercitano. Il ritmo di attività-riposo, considerato come un fattore estremamente importante per il loro lavoro, è interamente determinato da loro stessi, non da un calendario, da una costrizione esterna o dagli obblighi professionali.
2. intelligenza
Le persone creative sembrano essere dotate di un’alta intelligenza. Se da una parte è quasi ovvio che un basso QI influisca negativamente sulla produzione creativa, il legame tra QI alto e creatività non è necessariamente univoco e diretto. Csikszentmihalyi sostiene che un QI alto potrebbe rendere le perone sicure della propria conoscenza e capacità, facendo perdere la curiosità e l’interesse per le cose nuove. Imparare, giocare con le regole e nozioni di un determinato campo potrebbe esser talmente facile per una persona con un QI alto, che quella stessa persona perde l’incentivo a farsi domande, porsi dei dubbi per migliorare e raffinare le conoscenze già possedute.
Un altro aspetto relativo alle capacità cognitive, è la compresenza di aspetti infantili e di saggezza.
Gardner, nei suoi studi sui personaggi creativi mette in luce come una certa immaturità, emotiva e mentale, sia emersa al fianco di pensieri profondi e non comuni.
Le persone creative usano due modalità di pensiero, convergente e divergente. Il primo è misurato dai test sul QI, riguarda soluzione definite e razionali ai problemi. Il secondo implica invece fluidità, la produzione di una grande quantità di idee, la capacità di passare da una cornice di riferimento ad un’altra. Csikszentmihalyi però fa un’osservazione interessante rispetto al pensiero divergente: Rimane una fastidiosa sensazione che ai più alti livelli di successo creativo la generazione di [cose] nuove non è il punto fondamentale. Un Galileo o un Darwin non hanno avuto molte idee nuove, ma quelle a cui si sono aggrappati erano così importanti che hanno cambiato l’intera cultura. Così, le persone nel nostro studio hanno spesso affermato di aver avuto solo una o due idee buone in tutta la loro carriera, ma ogni idea era così produttiva che li ha tenuti occupati una vita intera a testare, riempire, elaborare e applicare (p.60).
3. disciplina/gioco
Una terza combinazione di tratti opposti riguarda la disciplina e gioco, o responsabilità Vs. irresponsabilità. L’atteggiamento ludico sicuramente è tipico di individui creativi. Ma esso deve essere accompagnato da tenacia, resistenza e perseveranza. Per portare a compimento un’idea innovativa sono infatti necessari sforzi notevoli in termini di lavoro e costanza.
4. immaginazione/senso di realtà
Le persone creative alternano immaginazione e fantasia con un profondo senso di realtà. I primi due elementi servono per rompere gli schemi e allontanarsi dal quotidiano; il secondo è necessario però per non perdere il contatto con il passato, l’esperienza accumulata e la realtà presente.
5. estroversione/introversione
Le persone creative presentano al loro interno due tendenze opposte che le persone comuni possiedono in modo univoco e tendenzialmente esclusivo: si tratta di estroversione e introversione.
Gli studi di psicologia presentano l’estroversione e l’introversione come due dimensioni tra le più stabili, che differenziano le persone una dall’altra. Gli individui creativi le possiedono entrambe e contemporaneamente. Si pensi al genio solitario che, anche nell’immaginazione collettiva, rappresenta bene la descrizione dei creativi. Ma il contatto sociale, lo scambio di idee, la conoscenza del lavoro di altri, le relazioni interpersonali, a livello personale e professionale, sono
elementi importanti che i soggetti dello studio di Csikszentmihalyi non trascurano.
6. umiltà/orgoglio
Secondo Csikszentmihalyi, le persone creative sono un mix di umiltà e orgoglio. Egli fornisce una spiegazione a tre livelli. Innanzitutto le persone che hanno raggiunto un importante traguardo riconoscono il ruolo dei loro predecessori e rispettano i risultati e i contributi di chi ha lavorato precedentemente in quello specifico campo di ricerca. Così, il loro successo viene inserito in una
prospettiva più ampia. Secondariamente, riconoscono anche il ruolo giocato dalla fortuna nel loro percorso. Per ultimo, essendo focalizzati su nuovi progetti e sfide, i loro successi passati vengono ridimensionati e non costituiscono più il fulcro della loro attenzione. Nonostante la modestia, queste persone sono consapevoli di aver raggiunto risultati non comuni, fuori dalla norma: questo
si esprime in sicurezza nelle proprie capacità e abilità e in un contrasto tra ambizione e disinteresse, o meglio tra competizione e cooperazione:
E’ spesso necessario per le persone creative essere ambiziose e aggressive. Ma allo stesso tempo, sono spesso disposte a subordinare il loro benessere personale e avanzamento per il successo del progetto a cui stanno lavorando (p. 69).
7. femminile/maschile
Le persone creative sembrano evadere la rigida stereotipizzazione sessuale maschile e femminile. I test di mascolinità/femminilità descrivono profili diversi dallo standard per quanto riguarda gli adolescenti creativi: le ragazze dimostrano di essere più dominanti e dure rispetto alla media e i ragazzi più sensibili e meno aggressivi rispetto ai loro coetanei. La androginia psicologica merita qualche spiegazione, in quanto rischia di essere confusa con l’omosessualità. Essa riguarda la capacità di contenere aspetti sia maschili che femminile della personalità, e poter rispondere agli altri e alle situazioni mettendo in campo un ventaglio più ampio di possibilità; significa contenere contemporaneamente aggressività e aspetti materni, sensibilità e rigidità, dominanza e sottomissione.
8. tradizione/conservatorismo
E’ opinione comune ritenere le persone creative ribelli e indipendenti. Csikszentmihalyi, però, sottolinea come l’indipendenza da sola non basta per produrre novità. E’ necessario aver interiorizzato la cultura, le regole, il funzionamento del campo in cui si opera. In un certo senso è
cioè necessario essere tradizionalisti, o perlomeno riuscire a trovare un equilibrio tra queste dimensioni. Essere troppo conservatori significa lasciare immutato il campo di ricerca, ma cercare continuamente nuove soluzioni incuranti del passato rischia di portare a risultati che non vengono apprezzati.
9. passione/obiettività
I soggetti dello studio di Csikszentmihalyi presentano come caratteristica peculiare della loro attività un conflitto tra attaccamento e distacco per il proprio lavoro. I “creativi” dimostrano spesso una grande passione per ciò che fanno, abbinata ad una capacità di essere molto obbiettivi rispetto al loro lavoro e ai risultati ottenuti.
Senza la passione perdiamo presto l’interesse per un compito difficile. Ma se non si è obbiettivi, il nostro lavoro non è molto buono e perde in credibilità. Così il processo creativo tende a diventare ciò che alcuni intervistati hanno definito come una alternanza yin-yang tra questi due estremi (p. 72).
10. gioia/dolore
Csikszentmihalyi descrive le persone del suo studio come divise tra grande gioia accompagnata da soddisfazione per il proprio lavoro e sofferenza. Il motivo della sofferenza va ricercato da un lato nella maggiore sensibilità che questi individui dimostrano, la quale li espone all’ansietà e tensione che le persone comuni non percepiscono. Dall’altro, essere in prima linea in una disciplina significa essere anche bersaglio di feroci critiche e attacchi. Inoltre, il profondo coinvolgimento e interesse può essere non compreso dall’ambiente sociale allargato o addirittura può essere messo in ridicolo. Si pensi ad esempio ai risultati prodotti dal pensiero divergente: esso può essere percepito come deviante e condurre la persona creativa all’isolamento e all’incomprensione.
Ma d’altra parte, quando la persona si trova immersa nella sua attività, le preoccupazione non vengono nemmeno alla luce, tanto può essere la soddisfazione percepita.
Forse, la qualità più importante, quella che è regolarmente presente in tutti gli individui creativi, è la capacità di apprezzare il processo creativo per se stesso. Senza questo tratto, i poeti rinuncerebbero a lottare per la perfezione e scriverebbero jingle commerciali, gli economisti lavorerebbero in una banca dove guadagnerebbero almeno il doppio rispetto a quello che guadagnano all’università, i fisici smetterebbero di fare ricerca di base e si unirebbero a laboratori industriali dove le condizioni sono migliori e le aspettative più prevedibili (p. 75).

08 giugno 2006

Cover Concerti

Questi sono i video originali-live di alcune canzoni che facciamo. Clikkate sui vari link tenendo schiacciato Shift (per chi ignora è il tasto che sta a sinistra della tastiera sotto CapsLock e sopra Ctrl, ma tanto voi non ignorate) così vi si apriranno in un'altra finestra.

Breaking the law
http://www.youtube.com/watch?v=mo3SvKy1RFs
Eagle fly free
http://www.youtube.com/watch?v=BbFoUGkET-0
Hail and kill
http://www.youtube.com/watch?v=V_UkKjF9CfU
Paranoid
http://www.youtube.com/watch?v=r8lrxdQP1v0
I want out
http://www.youtube.com/watch?v=LYFs5cBaJy4
The trooper
http://www.youtube.com/watch?v=iAc6ATEt3yU
Forever
http://www.youtube.com/watch?v=tPvvz_HNj44
Send me an angel
http://www.youtube.com/watch?v=sxxEHtXx-zE
Johnny Be Good
http://www.youtube.com/watch?v=kX8tf-dJvdA
Painkiller
http://www.youtube.com/watch?v=3Ji6mAZWAC4
Fear of the dark
http://www.youtube.com/watch?v=OHAmXBkD2x0
The number of the beast
http://www.youtube.com/watch?v=tDNf083kovw
Glory to the brave
http://www.youtube.com/watch?v=YcAqxJVf-VI

Love me two times baby, I'm goin' away

Ogni giorno è uguale all'altro, nel senso che le ore sono sempre le stesse, 24, in realtà anche questo non sarebbe propriamente esatto. Pagina 357 del libro di Fisica, Einstein e la relatività. Ma io un giorno morirò? Questo è un cielo di cui solo io scorgerò le sembianze, i volti nelle nuvole? L'atmosfera delle candele accese è così onirica, sono in mezzo alla stanza dal tetto in vetro attraverso il quale la luna oggi fa sentire la sua mancanza, per quanto mi riguarda potrebbero esserci dietro il vetro decine e decine di anime che hanno vissuto in questa casa che del resto ha più di duecento anni. Se veramente gli oggetti avessero una memoria che l'uomo sarebbe in grado di decifrare. Se quelle anime volessero tornare a questo nostro magnifico e altrettanto orribile mondo di sole, acqua, terra, fuoco, di calcio, di rock'n roll, di house-music, di Codici da Vinci, Codici Ascii e Codici Etici, se quelle anime volessero tornare proprio dopo aver scoperto come respira l'anima senza polmoni, come canta l'anima senza diaframma, come scopa l'anima senza gli attrezzi del mestiere. Ma io un giorno morirò? Questa domanda continua a martellarmi perché ahimè la risposta sta solo nella fede e non nella scienza. Il corpo sepolto 6 piedi sotto l'albero della Speranza in mezzo a un campo di papaveri sempre rossi, il sole batte sempre l'ora del mezzogiorno, il tipico mezzogiorno di primavera con un venticello fresco che permette di godere appieno dei raggi solari, sembra uno spettacolo tanto puro quanto impietoso per quello che non si vede, per quello che si dimentica, perché sotto l'albero della speranza c'è un teschio freddo forse sorridente, forse regale, forse senza alcun segno di timore, ma pur sempre freddo come nei cimiteri di Milano 2, Scampia, Hollywood e Nassirya. Ma a questo punto sapete qual'è conclusione di tutte queste riflessioni? Quale conclusione probabilmente non tanto degna quanto umana? Tornare alla quotidianità.

07 giugno 2006

La cultura da casinò

Propongo qui un estratto della mia tesi di laurea intitolata "Il concetto di scarto e la globalizzazione in Zygmunt Bauman." Il passo riguarda l'idea di bellezza-arte nella cultura contemporanea, un aspetto particolare utile a ragionare sulla società moderna.

George Steiner parla di cultura da casinò dove ogni prodotto è calcolato in vista del massimo impatto (riuscire a farlo distinguere, disgregandolo dal resto dei prodotti) per poi renderlo obsoleto istantaneamente (in modo da favorire i nuovi arrivati). Gli artisti oggi creano opere che vengono smantellate alla chiusura dei battenti della mostra mentre quelli del passato puntavano a comporre qualcosa che raggiungesse l'idea umana e comune di perfezione affinché quell'opera potesse poi divenire eterna. La cultura da casinò presuppone un pubblico onnivoro, che si astenga dal definire i propri gusti rigidamente, cercando di godere sempre e comunque di tutto ciò che è disponibile nel presente, le preferenze devono essere mutevoli, anche incoerenti, la coerenza non è un valore o è comunque trascurabile. La bellezza si è così scrollata di dosso qualsiasi legame con la visione dell'eternità, nessun nesso permane tra valore estetico e durata. La bellezza è diventata ciò che i filosofi consideravano un capriccio privato, cioè una bellezza a prima vista, superficiale, che risponde solo al giudizio di chi osserva e sindaca nella contingenza specifica di un momento o di un periodo, ma che si sottrae all'unico giudice di un'opera perfetta: il tempo.
Il mercato dei consumi è, per le ragioni fin qui chiarite, lo scenario ideale nel quale si rafforza e si autoalimenta la cultura da casinò. Ciò che non interessa di un prodotto che si deve consumare è che abbia un valore estetico obiettivo, o addirittura universale. Non è nemmeno vero il detto secondo il quale la bellezza sta negli occhi di chi la contempla; basta infatti comprendere che la bellezza di oggi risiede nella moda, quindi ogni cosa che oggi si dice bella domani sarà inevitabilmente brutta, (o out) perché la moda cambia di continuo.
Il circolo vizioso della moda, dei consumi, del cambiamento inarrestabile dei criteri con cui si giudica la bellezza, si arricchisce della spinta quasi ossessiva dell'essere belli, evitando in qualsiasi modo di apparire brutti in quanto si sarebbe condannati automaticamente alla discarica dei rifiuti. I musei, secondo questa concezione dell'arte e della bellezza, non sono altro che cimiteri non dissimili da quelli degli uomini, luoghi dove smaltire oggetti non più vitali, lontani dalla esperienza individuale di tutti i giorni.
La vita quotidiana è diventata un palcoscenico nel quale nulla è pensato per durare nel tempo, intriso conseguentemente di transitorietà e fragilità, ogni oggetto, ogni esperienza, ogni immagine è fluida, mobile. Deriva da ciò che l'oggetto e i suoi contorni sono raramente definiti in maniera nitida e dunque ogni oggetto può diventare scarto in qualsiasi momento e viceversa. In generale nella cultura contemporanea i valori sono attributi di esperienze momentanee, nella misura in cui sono idonei e pratici al consumo immediato.

04 giugno 2006

Sesso, no Amore, però anche Sesso eh...

E lei mi chiese perché ed io replicai perché cosa e lei mi fece cenno, non vedi? Io non vedo nulla le risposi e lei, neanche io, pensavo fossi pazzo e volevo metterti alla prova. Certo, sono pazzo, ma le allucinazioni non fanno ancora parte del mio repertorio, per adesso è sempre stata più che sufficiente la mia immaginazione, sì, forse hai ragione, l'artista è solo un pazzo che è riuscito a non fare del male a nessuno, tutt'al più a far sognare, a far emozionare, a far piangere, a far sorridere amaramente, a far ridere sguaiatamente, insomma a farlo vivere “immaterialmente.” Ma che ne sai tu dell'arte, del precipizio e del sole? Io, io non ne so nulla, scrivo con il semplice intento di intrattenermi, di intrattenere, di riflettere. American beauty. Italian fashion? Nella mia stanza stanotte, prima di addormentarmi, una donna magnifica, la dea Bellezza, ha suonato il violino seduta su una sedia di fianco al mio letto, stava sulla punta della sedia, sorridendo compiaciuta, io la osservavo rapito e l'ascoltavo, immobile, come un serpente a sonagli incantato, altrettanto ingiustamente malvagio per natura. In stato di assuefazione, al suono della sua melodia, alla purezza di quell'armonia mi sono addormentato, forse non ho dormito per niente stanotte, ma mi sono risvegliato con un fascio di sole sulla guancia destra.
E lei mi chiese perché ed io replicai perché cosa e lei mi fece cenno, non vedi? No, ora nulla, ma stanotte ho visto l'amore, e ora, ora spero solo si ricordi di me.